Nel medioevo era considerato il re delle spezie, tanto da essere più prezioso dell’oro e lo status sociale delle persone veniva misurato in base alle scorte di pepe nero che la persona possedeva. Ma perché era tanto importante ? Il principio attivo del pepe nero è la piperina, (anche se in fitoterapia siamo soliti parlare della spezia del suo insieme, come fitocomplesso), una sostanza che sollecita, attraverso le papille gustative, la stimolazione del pancreas a produrre gli enzimi al fine di migliorare la digestione ed inoltre tonifica il rivestimento delle pareti intestinali . E’ un acceleratore del tempo di transito del cibo attraverso il tubo digerente (studio pubblicato sulla rivista Journal of the American College of Nutrition) e questo migliora tutte le problematiche cliniche gastro intestinali, infatti, un tempo di transito lento, è stato associato a numerosi problemi gastrintestinali, dalla stipsi fino al tumore al colon. Inoltre ricercatori americani (pubblicazioni su Annals of Clinical and Laboratory Science) ed indiani (pubblicazione su Molecular and Cellular Biochemistry) hanno riscontrato che il pepe nero, usato quotidianamente a bassi dosaggi ha una funzione preventiva su particolari forme tumorali come quelle del colon, polmonare e mammario. ; il meccanismo di questa azione è l’influenza della piperina sugli enzimi specifici che partecipano attivamente alla metabolizzazione dei farmaci. Ricercatori Coreani hanno compiuto studi sull’effetto della piperina sull’artrite ed hanno riscontrato una significativa riduzione dell’azione infiammatoria (pubblicazione su Arthritis Research & Therapy). Inoltre studi clinici che non sto ad elencare, soltanto per una questione di spazio, riportano effetti confermati su patologie come il morbo di Alzheimer, disfagia post-ictus, ipertensione, ipertiroidismo, problemi di udito legati alla coclea e nella regressione della vitiligine. Uno studio effettuato in giappone su bambini cerebrolesi che venivano nutriti con sondino, ha mostrato che l’inalazione della frazione volatile dell’olio di pepe nero, era in grado di stimolare l’appetito nei bambini, invogliandoli così a mangiare più cibi solidi.
Il pepe nero può contribuire a trattare :
-Artrite Reumatoide
-Morbo di Alzheimer
– Bambini con danni neurologici
-Depressione
-Disfagia (difficoltà a deglutire)
-Disturbi della Tiroide
-Indigestione
– Malattie Cardiovascolari
– Perdita dell’udito
-Ipertensione arteriosa
-Stipsi
-Tabagismo
-Vitiligine
Per l’acquisto della spezia è senz’altro da preferire il pepe nero di origine indiana, che, rispetto ad altri è più ricco in piperina, inoltre, dato che il pepe viene commercializzato in grani, è opportuno per gustarne appieno il sapore e le sue proprietà salutari, che sia acquistato nei sopra citati grani e
venga macinato soltanto al momento dell’uso, in quanto, una volta macinato, il pepe inizia a perdere il suo contenuto in piperina e altri olii volatili, mantiene il suo sapore piccante, ma perde l’aroma.